giovedì 18 febbraio 2010

PAGELLANDO (1ª puntata - 2ª parte)

VOTO 5 a Leonardo Nascimento de Araújo. Perchè non è solo colpa del tecnico brasiliano, ma lui ci mette pure del suo. L'animo umano è volubile e la riconoscenza non esiste, lui contro Chievo e Siena sembra il dirigente dell'Enel in visita ai quadri, quando conta invece gli mangiano in testa pure gli impiegati del catasto, mentre noi siam qui a disquisire sulla insostenibile leggerezza di un lavoratore atipico come lui: né carne né pesce, zero gavetta alle spalle, allenatore inventato dal nulla ed esecutore materiale delle volontà delle alte sfere? Ma caro mio, era proprio necessario andare fino in Brasile per pescare un portiere con la saudade nel cuore e il ghiaccio fuso nelle mani? Meglio il mercato di Pescara o Taranto, magari c'era pure con il pesce fresco in offerta. Surgelati.

VOTO 4 a “Chicco” Chiodi (genuflettendoci per lesa maestà) sveglio come la maggiorata del Grande Fratello. L'unica differenza tra loro è che, mentre quella due cose buone a sera almeno te le fa vedere facile, il buon Chicco (ndr rimasto fermo dietro al blocco di partenza nella seconda manche dello Starcross di Montevarchi) se ne resta impalato a guardare gli altri centauri che rombano come un pischello qualunque impigliato al cancelletto. C'èst la vie, caro Chicco. Silicon Trolley.

VOTO 3, perchè la maledizione olimpica esiste e fa più danni delle cavallette, a Lindsey Jacobellis, una che ai mondiali fa le parole crociate in testa a tutte mentre alle Olimpiadi perderebbe pure a subbuteo da sola: a Torino (video in fondo) cadde a pochi metri dal traguardo mentre straprima faceva un grab a beneficio dei fotografi, a Vancouver si autoelimina in semifinale da grande favorita; lo si sapeva già che quando grandina serve un ombrello bello grosso di legno e non un paio di occhiali da sole, che fai pure il figo in giro, ma quando te ne torni a casa hai una polmonoite che te la ricordi. Qua non servono coach, streteghi, preparatori o altro, fate una bella roba: chiamate direttamente Dottor House, The Mentalist, e pure quella di The Closer. O altrimenti c'è sempre l'esorcista. Libera nos a malo.

VOTO 2 a Mike Hall, perché se bastava essere americani allora tanto valeva prendere Scarlett Johansson o Sandra Bullock. Roba “da chiodi” (0\6 dal campo, più che un USA un “usa e getta”), mentre il prode “Pierino” Bucchi da Rimini si agita, scalpita e strepita più ansioso di Stefano Accorsi ne “L'ultimo bacio”, più ansioso del marito in sala parto con l'amante, più ansioso dell'artificiere che in un nano secondo deve decidere quale dei duecento fili di una bomba a orologeria tagliare. Insieme sembrano i RIS tutti presi a cercare le impronte di Ere e il dna di Michelori che nemmeno si accorgono di esserci finiti loro sotto il telo bianco. Caso chiuso.

VOTO 1 alla telenovela finalmente conclusa dell'America's Cup nella acque di Valencia, con due soli scafi a contendersi la vittoria ed uno spettacolo agonistico francamente bruttino. Ma più che a colpi di strambate lo spettacolo è stato il preludio tra minacce, insulti, carte bollate, reclami, avvocati e corti, codicilli da interpretare, teatrini di diritti televisiva regalati e cambi repentini di regolamento, sfidanti non ammessi, progetti di gente che voleva comprare l'empire state building con i soldi del monopoli, personaggi con valigette di segreti di stato, spie e contro-spie e proclami più o meno insensati di aria fritta. Ci mancava solo chi diceva di aver le prove di chi fosse il responsabile della strage di Ustica e quell'altro che gli credeva e poi le avremmo viste tutte. E chi ha vinto “chissene”. Circo Togni.

VOTO 0 al Comitato Organizzatore di Vancouver 2010. Peggio della supercrisi, peggio del Nasdaq il martedì sera, peggio della cassa integrazione. Basta leggere il Times, accendere la tv e vedere il bestiario di nefandezze: cronometristi che si dimenticano di dare il via (biathlon e salto combinata), competizioni di pattinaggio ritardate perché le macchine pulisci-ghiaccio non funzionano, gare rinviate ri-rinviate e ri-ri-rinviate, biglietti restituiti con conseguente buco in bilancio, regie approssimative, burroni non messi in sicurezza (nella foto Petra Majdic, dolorante per un volo di tre metri dopo una scivolata in curva). La sfiga, condizioni meteo avverse, scarsa neve ripetono quelli del comitato. Si va beh, ma in un colpo solo questi sono riusciti a riabilitare le meno riuscite Olimpiadi di sempre e a far chiudere la borsa di Vancuver per eccesso ribasso, mentre evidentemente il bar del CIO, che vuol portare le Olimpiadi invernali al mare, resta sempre aperto. Mattina, pomeriggio e sera, manco fosse Montefeltro Est e nutrito di avventori. Prova del palloncino.

Di seguito il video della figuraccia della Jacobellis a Torino 2006

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